La mia Sgambeda 2007

Ciao a tutti come molti di voi sapranno la scorsa domenica ho partecipato sulle nevi di Livigno a “La Sgambeda”. Come mia abitudine vi mando un breve racconto di questa mia esperienza.

Venerdì 14 dicembre finalmente è arrivato dopo un anno di attesa. L’inizio della mia avventura alla diciottesima edizione de “La Sgambeda”.

Quest’anno a differenza dello scorso anno la neve non si è fatta attendere ed anche il clima è decisamente più consono con la stagione. Il paesaggio si presenta in tutta la sua veste invernale ricoperto di un candido manto nevoso.

Con un giorno in più a disposizione ho modo di vivere nel pieno la manifestazione e di poter studiare al meglio il percorso e le condizioni della neve.

Arrivato a Livigno balzano subito all’occhio i numerosi fondisti che visti dall’alto appaiono come puntini. La giornata è splendida e nonostante i -15 gradi fremo dalla voglia di andare a farmi una sciata, di vedere da subito come potrà essere questa Sgambeda 2007.

Per quest’oggi preferisco fare un giro di ricognizione con gli sci da allenamento.

Il manto nevoso si presenta fin da subito con caratteristiche tipicamente invernali, con la neve che scricchiola ogni volta che infili il bastoncino, e mi rendo anche conto che non sarà una gara veloce. Le condizioni della pista sono comunque ottime.

Dopo questo primo giro di ricognizione la mia prima preoccupazione è di trovare una paraffina adeguata a queste temperature così rigide. Anche io nel mio piccolo voglio avere uno sci preparato al meglio.

L’indomani, giorno della vigilia, la giornata è ancora splendida, ma le temperature sono ancora più basse, siamo a -20. Sulla macchina pare abbia fatto una spolverata di neve, ben un centimetro di brina !!!

Alle 10.00 scendo in pista per gli ultimi ritocchi che precedono la gara, il sole non ha ancora accarezzato coi suoi raggi la pista ed il principale avversario quest’anno sarà prima di tutti il freddo.

Arriva domenica mattina, secondo le previsioni le temperature dovrebbero essere ancora più basse rispetto al giorno precedente, infatti alle nove verrà registrato un bel -23.

Nonostante il freddo voglio comunque arrivare per tempo a cercare di prendere un posto in prima fila in griglia. Alle 9.30 esco dall’albergo per recarmi allo stadio del fondo ove alle 11.00 prenderà il via la diciottesima edizione de “La Sgambeda”. Gli sci sono preparati a dovere, grazie al maestro e compagno di avventura Luigi.

Quest’anno, visti i risultati della scorsa stagione, mi sono posto l’obiettivo di scendere al di sotto delle due ore e mezza, ma nello sci di fondo non è solo l’allenamento a contare, ci sono anche i fattori meteo e neve ad influenzare il risultato.

Faccio un giro della piana prima di mettere al loro posto gli sci. La neve non mi sembra molto veloce, mah speriamo in bene …

Entro nella mia griglia, di sci c’è né sono ancora ben pochi, incredibilmente in prima fila c’è ancora posto, il freddo ha fermato parecchi ancora in albergo, “meglio così” mi dico.

Tutto è pronto, manca ancora un’ora buona al via, meglio aspettare al bar … al caldo …

L’ora fatidica si avvicina, è ora di uscire alla scoperto, qualche foto con Gigi prima di prendere posto. Anche il sole è arrivato a scaldare l’atmosfera che in questi attimi si sta facendo rovente.

I minuti passano interminabili, nell’attesa cerchi di scaldarti saltellando, manca poco, ora gli sci sono ai piedi, le braccia protese in avanti per dare la prima spinta, cala un silenzio spettrale prima del botto del cannone, l’adrenalina sale e via. È partita “La mia Sgambeda 2007”.

Il ritmo di gara è fin da subito molto elevato, le pulsazioni ti vanno a mille, è dura tenere il ritmo, soprattutto ora che la respirazione si fa più intensa e l’aria gelida ti penetra nei polmoni.

Dopo il giro di boa riesco a rompere il fiatone iniziale ed a prendere il mio ritmo.

Le condizioni della pista sono come quelle del giorno precedente, con tratti scorrevoli alternati a tratti meno scorrevoli.

Il tratto verso l’hotel Forcola è ancora in ombra, è quasi ancora notte, una fredda notte. Dopo dodici chilometri inizia il ritorno verso Livigno, la pendenza è a favore gli sci scorrono, ma c’è anche il tratto più difficile della gara, una successione di cinque salite prima di giungere nella piana del centro fondo a concludere il primo giro.

Passi sotto il traguardo cerchi di carpire dalla voce dello speaker quanto sei distante dalla testa della gara, ma ecco che quando arrivo all’altezza del venticinquesimo chilometri vedo il gruppo di testa procedere nell’altro senso, paiono delle auto in corsa …

Io invece mi trovo quasi solo, sembra che siano tutti spariti, il gruppo ormai è molto sfilacciato, la fatica comincia a sentirsi ma tu continui a procedere a testa bassa.

Penso solo a concludere la mia prova, a quell’ultima salita che porta alla piana, breve ma ripida, in contropendenza, dopo trentasei chilometri.

Ad ogni cartello fai il conto di quanto chilometri mancano, pochi e tanti nello stesso tempo, dai sfogo alle ultime energie che rimangono, il traguardo si avvicina sempre più, esci dal sottopasso, vedi lo striscione dell’arrivo, il cartello cento metri, passi il traguardo, sei felice di avere concluso la tua prova, guardo il tempo 2.48.15.2. Un pizzico di delusione aleggia in me, volevo scendere sotto le due ore e trenta, ma sono ugualmente contento, quest’anno è stata più dura del previsto, sono stremato so di avere dato il massimo e questo è quello che conta.

Adesso mi attende a marzo la Ski marathon dell’Engadina ancora più motivato.

Auguri di buon natale e felice anno nuovo a tutti voi ed alle vostre famiglie.

Alessio

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