Atque utinam pereant animae cum corpore nostrae,
effugiatque auidos pars mihi nulla rogos.
Nam si morte carens vacua volat altus in aura
spiritus, et Samii sunt rata dicta senis,
inter Sarmaticas Romana vagabitur umbras,
perque feros Manes hospita semper erit.
E speriamo che le nostre anime muoiano col corpo e che nessuna mia parte sfugga all’avido rogo, perché se lo spirito, immune da morte, se ne vola via in alto negli aerei spazi e le parole del vecchio di Samo (Pitagora) risultano vere, la mia ombra romana vagolerà fra le ombre dei Sà rmati e sarà sempre straniera fra selvaggi mani.
Publio Ovidio Nasone, Tristia, III