Jattanza

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Francesco Domenico Guerrazzi

Occasione di Scrivere. Quello che rimanesse di me dopo la mia morte. Il Generale Chassé prigioniero di pace. Fornicazione dell’Errore con la Jattanza, e quello che ne venne. Il cervello del mondo domiciliato a Parigi. Il giudizio universale. L’ultimo dente. Mani nelle faccende forensi necessarissime. Tento rifarmi. Mi trovo corto a ossa. Ragionamento col Cappellano del camposanto dove fui sepolto. Difficoltà di ritrovare le proprie ossa. I vermini sussurrano. Prova testimoniale. Presso del Marchese Gualtiero orvietano. Il ladro che può arrestare gli sbirri è un galantuomo. Chi non sa difendere il suo è indegno di possedere. Proprietà e furto sono una cosa sola. Poeti ladri per eccellenza. Azione reivindicatoria. Beni della Chiesa, e prescrizione centenaria. Vita umana quanto caduca. Giove in soffitta. Cadaveri sono cose nullius. Italia morta del male del vile. I vermini vantano giusto titolo. Giudizio finale sarà civile, o criminale? Ragioni non messe in carta bollata, non si può dire che sieno ragioni. Coccodrillo del padre Kirker gesuita, e sua avventura. L’Avvocato fiscale ed il Pesce-cane. Mi addormento da capo. (L’asino: sogno)

Agli uomini in generale manca la costanza nei propositi, e ciò fa si che le loro imprese quasi sempre rovinino. Il difetto di costanza si manifesta in due maniere, o col mutare disegno appena scelto o col mancare di coraggio alle prime contrarietà. (Lettere)

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