Huffington Post ha citato la ricerca “ANALISI DELLO SCENARIO POLITICO IN ITALIA ATTRAVERSO I SOCIAL MEDIA” che ho realizzato per FLAMEL utilizzando sentiment analysis e analisi psicolinguistica.
Al di fuori dell’Italia nessuno riesce a capire cosa stia succedendo nel nostro sistema politico. E forse nemmeno noi riusciamo a venirne a capo. Siamo di fronte a uno degli aspetti più inquietanti della nostra storia recente. C’è una porta girevole da cui le forze politiche entrano ed escono, si uniscono e si dividono, in pochi mesi.
Cambiano i linguaggi, gli atteggiamenti, le parole d’ordine, ma le frecce della ricchezza sono sempre puntate verso l’alto mentre quelle della sofferenza precipitano verso il basso. Il bene comune, sbandierato da tutti, non si è offuscato, si è dileguato.
La politica, con le sue mediocri e inconcludenti classi dirigenti, è riuscita a generare in questi anni un corto circuito politico e sociale, che tiene lontani dalla comprensione della realtà costringendo tante persone a rifugiarsi in una condizione surreale e dentro cui non si riesce più a distinguere il vero del falso.
Non si è sedimentata una nuova e democratica coscienza collettiva, responsabile e lungimirante. Non si sono accorciate di un millimetro le disuguaglianze sociali. Non si sono aperte nuove strade per le generazioni che verranno. Una società che non s’interroga potrà alimentarsi di avversione e ripugnanza, ma può soccombere per atrofia del pensiero, saturarsi di demagogia e disimpegno.
Impensieriscono i cambiamenti repentini perché marciano senza che nessuno intenda con quale prospettiva, per quale cambiamento. L’unica cosa che si capisce limpidamente è la caparbia resistenza da parte dei partiti e dei movimenti a mantenere puntigliose posizioni di potere, pur nella totale assenza di un progetto politico, economico e sociale che possa giustificare la loro esistenza. Governare insieme con poca cooperazione, distinzioni importanti, aree di contrapposizione e conflitto di difficile compatibilità, è un fenomeno politicamente alquanto schizofrenico.
In democrazia la battaglia politica, da sempre, si sviluppa sul fronte dei contenuti che hanno come obiettivo il consenso, base primaria del potere. Il consenso è giudizio favorevole, approvazione, conformità di voleri, opinioni o sentimenti fra più persone.
“Il consenso politico esiste quando una grande parte dei membri di una società concorda su come dovrebbero essere prese le decisioni in merito alla distribuzione dei valori”.
Dunque, il consenso da parte del popolo presuppone una valutazione dei contenuti che gli vengono proposti. E’ così che il consenso diventa valore esso stesso, prodotto politico di mercato. Contenuti che andrebbero ben conosciuti e approfonditi per poter effettuare scelte consapevoli, responsabili, ragionate.
Purtroppo viviamo nella società della disinformazione, “permanente e intenzionale”. Farsi un’idea di verità diventa ardua fatica e il consenso non sempre è criterio di verità. Molta parte del consenso si basa sulla percezione e sulla carica emozionale delle informazioni che non di rado vengono manipolate e falsate. In molti si affidano al web e agli smartphone per legittimare il loro consenso. Da una indagine sul tema “Gli italiani e l’informazione”, condotta dalla Doxa/Osservatorio Digitale Polimi, risulta che l’80% crede che le fake news influenzino l’opinione pubblica e che il 50% ha creduto almeno una volta, nell’ultimo anno, a una fake news (falsa notizia).
Con il disimpegno dai bisogni sociali si rischia molto. Il Pd in Umbria, con scarsi margini di dialogo sociale e coinvolgimento politico popolare, ha assaporato i segni della dura sconfitta. Ha perso su tutti i fronti, ma quel che è più bruciante è stato l’abbandono degli operai.
M5S è in scivolata inarrestabile. Paga la sua indeterminatezza politica, l’inesperienza, la ricerca del gesto mitico e, in qualche caso, l’incompetenza. Ha costruito un isterico labirinto e ora stenta a trovare la via d’uscita. Il centro politico liquido, in questa congiuntura, si è riversato sulla Lega gonfiandola a dismisura. Lega che gode ormai di un “consenso obbligato” per mancanza di competitor credibili e prestigiosi.
Sul quadro politico italiano pesano anche manipolazioni e falsità che circolano impunemente sui social media e sugli altri mezzi di comunicazione.
Ed è sull’apporto dei social che si è soffermato il report politico sul sentiment popolare di Flamel s.r.l. fornendo dati importanti su questo mondo ancora poco esplorato. La ricerca è stata condotta su un campione di 911mila post. Risulta che i leader di partito, in termini di consenso, sono sganciati dalla presa che i loro partiti di appartenenza hanno sui cittadini. Salvini risulta essere il leader politico di maggior consenso e che la Lega si consacra come partito maggiormente vicino all’elettorato, indipendentemente dalle sorti del suo leader.
Il Pd, malgrado la scissione di Renzi, si presenta di poco oscillante rispetto alla tenuta del suo tradizionale elettorato. Emerge una visione politica della quasi totalità dei partiti rivolta al passato e sorretta da riferimenti prevalentemente emozionali piuttosto che razionali.
M5S, Pd e Fratelli d’Italia risultano segnati da un forte senso di appartenenza dei suoi elettori. Lega, Italia Viva, e Forza Italia presentano leader di partito che vengono seguiti come guida.
Il valore del consenso è più strettamente legato ai leader di partito per Lega, Forza Italia, Italia Viva e Fratelli d’Italia, mentre per le formazioni politiche del Partito Democratico, Movimento 5Stelle e Liberi e Uguali è il partito che si avvicina al consenso. Sfortunatamente, tranne qualche leggera e sterile variante polemica, sembra che nulla di nuovo stia sorgendo nel panorama politico italiano nonostante le sbandierate promesse rivoluzionarie. Per ora prevale soltanto l’involuzione sociale e politica a favore delle destre!
Originally published at https://www.huffingtonpost.it on November 15, 2019.
Articolo di Franz Foti
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