Questa volta non scherzo, il calcio non lo sopporto più! Mi sento come in quello spot in cui si diceva: “gli hai dato il cuore, ha voluto anche il ginocchio”. Nel 2004 il piccolo contributo è stato il legamento della caviglia destra ed ho smesso di giocare, poi dopo anni in cui si capiva benissimo che tutto era marcio, scopro bellamente che pochi decidevano i risultati delle partite, ora assisto con sconcerto ai fatti di Catania. Ma ci prendiamo per il culo? C’è davvero sempre bisogno dell’evento sintomatico? é così, è sempre così il calcio in Italia. Si decide di giocare la partita a rischio di venerdì e non cambia nulla, città distrutta, funzionari odi polizia ucciso, nessuna possibilità di controllare una folla inferocita e senza controllo. Ma in che cazzo di anno siamo? In che paese siamo?
Vedo campionati in Spagna o Inghilterra dove non ci sono nemmeno le recinzioni a bordo campo e noi neanche sapendo in anticipo riusciamo a fare qualcosa per impedire lo sfacelo? Vedo la nebbia a San Siro nel mese di settembre solo perchè qualche decerebrato pensa bene di fare coreografia coi fumogeni, sento cori razzisti dappertutto, contro i neri o contro le squadre del sud, vedo spuntare svastiche o fasci littori nelle curve e adesso, solo adesso dovrei meravigliarmi? Ma come? Pensavate davvero che andasse tutto bene? Che fosse tutto perfetto e solo per colpa di un tragico episodio non ci sia bisogno di rivolgere l’attenzione anche verso noi stessi, potendo semplicemente far finta di nulla?
Sono due giorni che sento le peggio porcherie provenire da trasmissioni televisive, dove il vero problema non è l’ammisione di quanto il calcio italiano abbia tracimato nella follia pura, no! Mi devo sbomballare la tiritera del “non è giusto privare i tifosi sani dello spettacolo” oppure “questa è la resa agli ultras facinorosi”. Ma che cazzo stiamo dicendo? Bisogna chiudere, chiudere subito e lasciare tutti a riflettere per bene a tempo indeterminato. Il delinquente che si annida tra centinaia di migliaia di appassionati è solo frutto dell’esasperazione che ognuno di noi contribiusce a creare nei confronti di quello che è, e dovrebbe rimanere, uno sport.
Qualche settimana fa in un campionato dilettantistico un dirigente è stato assassinato da un giocatore che nemmeno doveva essere in campo in quanto diffidato. Questo è il vero spirito che regna sovrano nel paese dei campioni del mondo! Tutto così esagerato, stressante, stupido e frustrato; basta leggere i quotidiani sportivi o assistere a qualche trasmissione televisiva per rendersi conto che non stiamo parlando solo del fenomeno relativo alla violenza negli stadi, il problema è alla fonte.
Sulle piccole emittenti locali ci sono persone che litigano in continuazione per la diversa fede di appartenenza calcistica e parlano ore di possibili e fantasiose mosse di mercato. Ma scherziamo? Le reti nazionali mi sugellano il tutto rendendolo solo più ricco di gossip e immagini, ma la sostanza è che non vogliono fermarsi solo per non perdere ascolti e profitti, altro che legittimità sportiva. Tutto questo cercando di incolpare solo lo stato e le istituzioni per la loro proverbiale assenza in questi casi. Concordo nel fatto che trovo aberrante non riuscire a tamponare in anticipo situazioni palesemente rischiose o che solo da noi le forze dell’ordine guardano verso il campo e non verso le tribune, durante i match; però qui mi sembra la solita solfa di chi anzichè agire se la prende con quel capro espiatorio che è lo stato.
Io sono interista, e lo sono da sempre; ho visto e vissuto cose che solo chi concepisce il concetto di “fede calcistica” può comprendere. Ho sempre creduto che il lato sportivo prevalesse, che gli sfottò facessero parte del gioco, che anche soffrire per la propria squadra avesse un fascino ed ora, proprio nell’anno in cui quanto andavo predicando da anni si avvera, e l’Italia diventa addirittura campione del mondo, e l’Inter domina il campionato giocando pure in modo eccelso, dico basta.
A voi che idolatrate il povero martire in divisa in quel modo pagano e qualunquista, a voi che odiate tutto e tutti, a voi che volete solo rivedere il vostro giocattolino milionario piano di ipocrisie e siete contrari a fermare la giostra, a voi che pensate solo allo spettacolo senza preoccuparvi del marciume che lo circonda…a voi rivolgo il mio più sentito ed accalorato “andatevene tutti a fare in culo”.
Felicidad y suerte
Christian
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Socioweb
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