Ma per favore! Un conto è l’incitazione a delinquere, un conto è l’istigazione alla prostituzione, qui si parla di non nascondere la testa sotto la sabbia. Se vogliamo credere che sia rimasto tutto inalterato rispetto a qualche secolo fa (invito peraltro tutti a scoprire chi era il padre di Lucrezia Borgia), stiamo davvero sbagliando tutto…
Dai vescovi ai sindaci: ecco la nuova crociata. Nel mirino la pubblicitÃ
della nuova Scenic. Protagonista una famiglia allargata
Maledetto lo spot Renault
“Incita al peccato”
di MARIA NOVELLA DE LUCA
I figli però, quattro o cinque, sono la risultanza di due matrimoni, un divorzio, e qualche altra avventura non dichiarata ma sussurrata. Una famiglia allargata dunque, come ce ne sono tante, ben presenti addirittura nelle statistiche Istat. E infatti lo spot afferma: “New Renault Scénic: facciamo posto a tutte le famiglie”. Il messaggio però non è piaciuto all’arcivescovo di Bologna, il cardinal Carlo Caffarra, che ha visto nella giornata di quel padre trafelato (ma contento) “un invito alla poligamia”.
“Mi è capitato di vedere uno spot televisivo che per promuovere la grande capacità di un’automobile esalta la poligamia. Queste sono cose inammissibili, in un paese che riconosce la monogamia come un valore non più discutibile, ma dove purtroppo ci sono già tutti i presupposti culturali perché venga legittimata la poligamia”. Parole di fuoco dunque nonostante la leggerezza ironica dello spot, e che ha portato uno dei candidati alla poltrona di sindaco di Bologna Valerio Monteventi a ribadire affermando che “l’obiettivo del Cardinale non è la poligamia, di cui non si parla nello spot, ma la legge sul divorzio e la possibilità di decidere autonomamente della propria vita”.
Ma è di pochi giorni fa un’altra polemica, che addirittura rischia di diventare un vero e proprio refrain dell’estate, ed è stata soprannominata la “guerra della Coca Cola”.
Con lo stile dei disegni dell’infanzia lo spot è il racconto di Giulia, una bimba che vive a Pisa e afferma che in tempi di crisi lei è invece ottimista. Perché conosce il valore di quelle cose, come gli affetti e la famiglia, che in fondo non costano granché. “Piuttosto che andare in un villaggio turistico preferisco fare le vacanze a casa della nonna, piuttosto che andare al ristorante preferisco il ragù della mamma…”, accompagnato naturalmente da una bella Coca. Ecco. Un sindaco veneto, Marco Sarto, primo cittadino di Caorle, ha deciso di “contestare” la piccola Giulia, “rea” di creare un gigantesco danno al turismo, e ha chiesto alla Coca Cola di ritirare lo spot, mentre i commercianti di Caorle già minacciano di voler boicottare la Coca Cola e rilanciare il nostrano Chinotto.
Sono soltanto due esempi, ma la lista degli spot contestati è lunga e nota. Dal “Chi mi ama mi segua” del secolo scorso, alla Fiat attaccata dal governo cinese perché Richard Gere aveva guidato la sua Delta fino a Lhasa, città sacra del Tibet. Dal bacio, firmato Toscani, tra un prete e una suora, alla Ryanair, colpevole di adombrare nel suo ultimo spot le troppo note vicende di Berlusconi e le veline. “La verità – commenta l’antropologo Marino Niola – è che la pubblicità è rabdomantica. Capta i segnali di cambiamento, e li racconta con le armi dell’ironia e del sorriso. Ed è proprio la mancanza di giudizio morale che allarma i censori, come nel caso della polemica sulla Renault, che è anzi un vero inno alla famiglia.
Certo una famiglia allargata, con tanti figli e tanti matrimoni, ma pur sempre una famiglia. Cioè la realtà . È strano che un alto prelato se la prenda con un ritratto così ironico e civile. Forse la risposta è che quando un fenomeno sociale si trasforma in uno spot vuol dire che la società è già mutata. Così è stato in Italia, da Carosello in poi. Del resto la pubblicità è l’ultima tana dove ancora si nasconde il mito…”.
(26 maggio 2009)
http://www.repubblica.it/2009/05/motori/maggio3-09/spot-renault-scenic/spot-renault-scenic.html?rss