Copyright? Right!

Scrivere è un dono, chi lo possiede va tutelato e non depredato in nome di un fittizio richiamo alla diffusione del sapere.

Avviata un’inchiesta sugli accordi tra la società e gli editori
Per i testi disponibili on line: “Violazione del diritto d’autore”

Editoria on line, Usa indagano su Google
Obama in campo in difesa del copyright



WASHINGTON – Obama contro Google, in difesa del diritto d’autore. Il ministero della Giustizia Usa ha infatti avviato un’inchiesta sull’accordo tra il colosso di Mountain View, editori e scrittori, riguardo ai piani di Google di trasferire on line milioni di testi. Mettere questi libri gratuitamente alla portata di tutti, infatti, potrebbe rappresentare una gigantesca violazione alle leggi Usa sul diritto d’autore.

L’inchiesta è un segnale forte della maggiore attività Antitrust promessa da Obama al suo insediamento. La “civil investigative demand” avviata da ministero, infatti, potrebbe portare a bloccare l’iniziativa di Google, partita nel 2004 con le prime scansioni di libri. 

L’anno successivo c’era stato un primo stop, dopo la protesta di autori editori che accusavano la società di una massiccia violazione del copyright. Lo scorso anno, Google ha raggiunto un accordo con loro versando 125 milioni di dollari per chiudere l’azione giudiziaria e soprattutto promettendo di creare un registro degli autori che permetta loro di venir pagati quando i loro libri finiscono online. L’accordo non è piaciuto, comunque, a moltissimi editori, che si sono lamentati del fatto che in questo modo Google avrebbe avuto comunque libero accesso a tutti quei testi per cui si è esaurito il diritto d’autore. 

E ora anche l’amministrazione Obama è scesa in campo per fare luce sulle attività di Google, visto fino ad oggi come una realtà privilegiata nei rapporti con il nuovo presidente: Obama usa il canale di YouTube (gruppo Google) per comunicare con gli americani, e l’amministratore delegato della società californiana, Eric Schmidt, è un consigliere personale del presidente. E anche altri quadri del colosso californiano hanno recentemente trovato lavoro con il governo. 

Schmidt, intervistato dal Wall Street Journal, si è dichiarato tranquillo: “Ce lo aspettavamo, in un modo o nell’altro, non fa differenza quale governo è in carica”. E un portavoce di Google ha aggiunto: “Loro fanno il loro lavoro e noi il nostro, non ci trovo niente di strano. Siamo comunque in buoni rapporti”. 

I contrasti di Google non sono solo con il governo: la società di Mountain View deve vedersela in questi giorni anche con Microsof, che la accusa di essere un pericolo per la privacy. Tra i due è scontro aperto, e la concorrenza è spietata: mentre Bill Gates lancia un proprio motore di ricerca, Bing; Google risponde con un servizio per permettere agli utenti di Microsoft Outlook di integrarlo con la mail e il calendario di Google.

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