Ciao a tutti, come molti di voi ben sapranno lo scorso 11 Marzo ho preso parte alla 39° edizione della Ski Marathon dell’Engadina, ultima prova valevole per la FIS Marathon Cup.
Dopo il mio precedente racconto sulla Sgambeda quanlcuno do voi mi ha chiesto di fare il bis, quindi accontentiamolo subito.
Quest’anno la potremmo definire la ski marathon del miracolo visto che i laghi sono riusciti a gelare sono a Febbraio inoltrato a causa dell’inverno mite e anche della neve che quest’anno si è fatta particolarmente attendere.
La prova per me era anche più difficile partendo nella prima griglia essendo riuscito a conquistarmela nella passato edizione proprio per un soffio, trovandomi fianco a fianco con gente del mio livello se non superiore. Con quindi tutti i timori del caso, paura di spintoni, non riuscire a restare nel gruppo e non ultimo le attese da parte dei miei amici.
L’adrenalina che avuto accumulato in corpo durante la vigilia era alle stelle e attendeva solo di essere scaricata sugli sci su quei 42 Km che separano il Maloja da S-Chanf.
Dopo La Sgamabeda avevo accumulato Km su Km per prepararmi a dovere per l’evento. Sentivo che potevo farcela a farla in 2 ore e 30 dopo il risultato di Livigno, essendo qui anche il percorso più veloce.
Preparazione non solo fisica ma anche degli, sci osservando per tutta la settimana precedente l’evento le temperature per azzeccare la paraffina ideale.
Importante era anche arrivare per tempo per prendere il posto in griglia per non essere troppo indietro.
Ma ecco che quando scoccano le 8.40 prende il via la mia Ski Marathon. Tutta la tensione accumulata svanisce d’un soffio e penso solo alla mia gara. Mi dico del resto devo solo farmi una sciata come sempre, ma stavolta devo lottare contro il tempo. Tutti i timori di spintoni alla partenza si rivelano infondati, anzi tutt’altro.
Il ritmo di gara è piuttosto sostenuto fin dall’inizio, si vede subito il livello tecnico elevato, che non sembrava in griglia, vedendo anche il colore dei capelli di qualcuno …
Gli sci vanno via bene, la scorrevolezza è ottima, nonostante in alcuni tratti causa la scarsa neve si faceva un po’ fatica a fare presa con gli sul ghiaccio. Ogni tanto qualche folata di vento contrario, brutto ricordo dell’anno prima …, ma fortunatamente non così forte.
Cerco di tenere il ritmo e di rimanere nel gruppo, sebbene un paio di cadute nei primi Km mi avessero un po’ demoralizzato.
Il passaggio dei 10 Km avviene alle 9.18, non mi incoraggia molto …
Gli imbuti di Saint Moritz passano via bene senza gli intoppi degli anni passati quando partivo più indietro. Questa è tutta gente che sa il fatto suo che punta a fare un buon risultato.
Finalmente anche la discesa di Pontresina va via bene senza imbranati che aprono gli sci per frenare, anzi alla fine della discesa farò addirittura un pelo alla rete di protezione evitando una caduta clamorosa.
Il passaggio dei 20 Km a Pontresina avviene alle 9.53, quasi meta gara e non me sono quasi accorto. Mi sento incoraggiato, e comincio a fantasticare sul fatto che potrei anche fare meno di 2 ore e 30. Ora nella seconda metà si può veramente dare tutto quello che si ha, basta imbuti, solo lunghi tratti pianeggianti dove si può veramente guadagnare tempo, e allora via a tutta.
Il gruppo è ora molto sgranato, bella cosa, non più la ressa di essere dietro. Ma da un lato sarà anche un handicap se quello davanti a te si trova una cinquantina di metri e c’è il vento contro. Quindi Alessio usa la testa non solo la tua potenza, sfrutta le scie, cerca di stare in gruppo, come si fa nel ciclismo. Scelta vincente.
Vedo i Km mancanti diminuire sempre più, sugli ultimi saliscendi cerco di dare quello che mi rimane fino alla fine, ogni secondo può essere importante.
Ecco avvicinarsi S-Chanf, si comincia a sentire la voce dello speaker, ci siamo Alessio, non mollare.
Ecco che arriva la curva che precede la discesa che porta alla zona d’arrivo.
Anche qui un altro filo alla rete di protezione, e stavolta mi sono veramente visto in terra, ma fortunatamente riesco a mantenere l’equilibrio. Forza sono gli ultimi metri, ed ecco la linea del traguardo avvicinarsi e superarla. Ed anche questa è fatta !!!
Guardo subito l’ora. Non ci credo, ed ancora adesso non quasi ci credo. Sono ampiamente sotto le 2 ore e 30, per la precisione poco dopo vedrò l’sms che comunica 2.22.01,9.
La mia gioia è immensa, come anche il fiatone, quasi non mi sembrava mentre andavo. Mi viene quasi da piangere per la felicità .
Fantastico, un risultato che mi ripaga di tutto, che solo qualche edizione fa vedevo come un miraggio. Ora penso già agli obiettivi per la prossima stagione.
In questo frangente ora cercherò di godermi le ultime scivolate sugli sci da fondo, e di farmi da qui a fine primavera tanti bei gitoni con gli sci d’alpinismo. Anzi uno è già incamerato proprio una settimana dopo, alla “faccia del sedersi sugli alloriâ€.
Ecco spero in queste poche righe di avervi trasmesso come ho vissuto la mia Engadin Ski marathon 2007.
Alla prossima
Alessio