Ci sono momenti nella vita di un uomo in cui le certezze vengono meno e tutta la realtà assume forme del tutto indesiderate. Non ho intenzione di addentrarmi in aspetti reconditi della mia sfera personale, ma sento vivo il bisogno di esprimere quello che sento.
Ho avuto il privilegio di lavorare per tre anni con un gruppo di persone fantastiche, sia dal punto di vista umano che professionale. Abbiamo insieme raggiunto risultati incredibili, basandoci solo sulla perserveranza ed il coinvolgimento. Eravamo davvero coesi e lo spirito che permeava ogni nuova sfida aveva del mitologico e ha sempre relagato emozioni ad ognuno.
Penso che dilungarmi non possa che sminuire quello che provo, ma sto assistendo al totale disfacimento di quello che avevamo costruito con enorme fatica e convinzione, per l’ottusità che ci ha ormai inghiottito dall’esterno. Sebbene mi senta profondamente ferito e fatichi nel trovare le giuste parole, mi riecheggia dai più reconditi meandri encefalici, la frase di un film: “Grazie figlioli…grazie!”.
Mi auguro di essere stato in grado di dare a voi anche solo metà di quanto avete dato a me.