Anansi Boys

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«Maeve?»

Morris la guardava da cento schermi. Per una frazione di secondo pensò che lo stava immaginando, poi che facesse parte delle notizie del telegiornale, ma quando ripeté il suo nome con un’aria preoccupata capì che era proprio lui.

«Morris…?»

Lui rispose con il suo famoso sorriso e ogni faccia su ogni schermo si concentrò su di lei. «Ciao, amore. Mi stavo chiedendo perché ci mettessi tanto. Ecco, è arrivato il momento di venire di qua.»

«Di qua?»

«Dall’altra parte. Di passare al di là della valle. O forse al di là del velo. Chiamalo come vuoi.» E da centinaia di schermi tese centinaia di mani.

Lei sapeva che doveva soltanto allungare le sue e afferrarne una. Si sor-prese di sentirsi dire: «No, Morris. Non credo proprio».

Cento facce identiche la guardarono perplesse. «Maeve, amore. Devi assolutamente abbandonare la carne.»

«È evidente, caro. Lo farò. Te lo prometto. Non appena sarò pronta.»

«Maeve, tu sei morta. Quanto più pronta di così vorresti essere?»

Lei sospirò. «Ho ancora alcune cose da sistemare, da questa parte.»

«Per esempio?»

Lei si raddrizzò in tutta la sua altezza. «Ecco» disse, «stavo pensando di trovare quella creatura che risponde al nome di Grahame Coats e poi fargli…be’…quello che fanno i fantasmi. Potrei infestargli la casa, perseguitarlo o cose del genere.»

Morris suonava vagamente incredulo. «Vuoi perseguitare Grahame Coats? E perché mai?»

«Perché?» rispose lei. «Qui non ho ancora finito.» Strinse le labbra con forza e alzò il mento.

Guardandola da cento schermi televisivi contemporaneamente Morris Livingstone scosse la testa in un gesto che era una miscela di ammirazione e esasperazione. L’aveva sposata perché era la sua donna e l’aveva amata per questo, ma per una volta si augurò di poterle far cambiare idea su qualcosa. Si limitò a dire: «Senti, cucciolo, io non vado da nessuna parte. Facci sapere quando sarai pronta».

E cominciò a sbiadire.

«Morris. Hai idea di come posso trovarlo?» chiese. Ma l’immagine di suo marito era completamente svanita e adesso alla televisione davano le previsioni del tempo.

da “I ragazzi di Anansi” di Neil Gaiman

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