Giro dei laghi del bitto 2008

Ciao a tutti come mia abitudine dopo la partecipazioni ad una manifestazione agonistica vi inoltro il mio consueto racconto.

Anche se il nome può far pensare ad altro, ma esiste, per chi non lo sapesse, una sky marathon che porta lo stesso nome del celebre formaggio valtellinese.
Quella di quest’anno è la mia seconda partecipazione in preparazione ad un altro appuntamento ben più impegnativo di questo: il trofeo Scaccabarozzi.
Al contrario di quel che mi aspettavo il tempo me l’ha fatta buona regalandomi una bellissima giornata di sole.
La partenza avviene in maniera un po’ insolita con un tratto in discesa prima di iniziare a salire in quota.
La salita in quota avviene in maniera graduale salendo dapprima su una comoda strada sterrata fino a circa 6 Km, dove inizia la salita vera e propria in quota su sentiero ripido e dove veramente ci vuole cuore nel senso più completo del termine.
La gamba me la sento buona fin dall’inizio della salita, mi sento in forma, grazie anche soprattutto all’aiuto psicologico di avere già in testa il percorso.
Giunti al passo del Verrobbio inizia la vera corsa in quota, ma inizia anche il tratto più impegnativo dove la concentrazione non deve calare, il sentiero è sassoso, si attraversano pietraie e basta poco a lasciarci una caviglia.
Qualcuno dirà che siamo un po’ matti, ma è una sensazione bellissima correre in quota in mezzo alle montagne, sentirti libero di volare, quasi ad un passo dal paradiso, poter toccare il cielo con un dito, trovare la gente lungo il percorso che fa il tifo per te. Insomma per una giornata sei al centro dell’attenzione, indipendentemente se sei il primo o l’ultimo.
Personalmente è anche una liberazione a distanza di un mese dalla rovinosa caduta in allenamento ai corni di Canzo dove fortunatamente me lo sono cavata con un po’ di cuciture.
Fino ai piedi della salita del Paradisino bene o male avevo sempre avuto qualcuno a vista, ma poi qui, sulla salita più dura, dove la fatica comincia veramente a farsi sentire, non vedi più quasi nessuno, guardi avanti imperterrito, segui i segnali pensi solo a quando finirà quella salita sempre più ripida, ed intanto l’elicottero gira sopra di te, alzi la testa ed accenni un saluto al cielo, visti dall’alto siamo come delle piccole formichine.
Giunti al culmine ci attende ora una altrettanto ripida discesa verso il lago dell’Inferno.
La discesa verso valle sarà ancora lunga e sospirata perché ci sarà ancora un bel tratto in saliscendi prima di precipitare a valle. Sei solo, sempre più solo, davanti non vedi quasi nessuno,  solo gli escursionisti che incontri continuano ad incoraggiarti. Proprio ora non bisogna mollare e mantenere sempre alta la concentrazione e dare tutto quello che resta. Poi finalmente cominci a scendere bruscamente verso valle, dritto, quasi a rotolare come un sasso fino a Gerola. Attraversi la strada e poi quell’ultimo centinaio di metri in leggera salita, micidiali per mettere la ciliegina sulla torta, sembrano quasi non finire, ma c’è il pubblico a darti forza. Senti al microfono il tuo nome, stanno per annunciare il tuo arrivo, una sensazione unica, un ultimo sforzo, attraversi il ponte di legno ed è fatta. Sei felice della tua prova. Quasi lo avessero programmato c’è anche una bella fontana per rinfrescarsi.

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