Il mio Trofeo Scaccabarozzi 2008

Ciao a tutti anche questa volta vi tocca leggere la mia ennesima avventura, ma non ho neanche potuto esimermi dallo scriverla visto che qualcuno me lo ha già chiesto sia prima che dopo …

Domenica 21 settembre, una data attesa da un anno per ritornare sui sentieri delle Grigne, sulle montagne di casa a ripetere la straordinaria ma anche molto dura prova del trofeo Scaccabarozzi.
Dopo la felice prova dell’anno passato mi sono voluto ripetere presentandomi con qualche ambizione in più del semplice accontentarsi di arrivare in fondo, magari riuscire a migliorare la propria prestazione personale forte dell’esperienza di una edizione alle spalle, allenamenti più mirati nei mesi precedenti, miglioramento nei risultati delle gare fatte i mesi precedenti.
Insomma un insieme di cose che hanno contribuito a far nascere in me un’ambizione personale che andava oltre il semplice accontentarsi di concludere la prova.
Scongiurato anche il pericolo maltempo che ha caratterizzato la prima metà di questo mese di settembre, finalmente una domenica asciutta, dopo la corsa bagnata la settimana scorsa in Val d’Intelvi.
Sarebbe stata una beffa. Quanto impegno nella preparazione per poi arrivare il giorno della gara con il brutto tempo e quindi costretti a correre su un percorso ridotto per ovvie ragioni di sicurezza.

La notte precedente è piuttosto tormentata, mille pensieri passano per la testa. Ripercorri nella tua mente l’intero percorso e ti chiedi come sarà. Quali saranno le mie condizioni fisiche ? In discesa mi saprò difendere ? Lo scorso anno era stata proprio la discesa a darmi problemi, ma quest’anno mi sembra di avere guadagnato sicurezza. Tanti interrogativi che avranno risposta di li a poche ore.

Alle 7.30 prende così il via dal centro di Pasturo il Trofeo Scaccabarozzi 2008. Partenza subito su una salita molto irta fino a raggiungere il sentiero della traversata bassa che con un susseguirsi di saliscendi ci avrebbe condotto ai Piani Resinelli. Tratto ben corribile ed anche con andatura fin da subito piuttosto sostenuta, un po’ troppo visto quello che ci attendeva ancora, ma non lascio il gruppetto, cerco anche io di difendermi  e penso ai primi amici del CAI che avrei incontrato più avanti. Quest’anno non sono solo, siamo in due a portare la bandiera del CAI di Capiago a questa manifestazione.
E come volevasi dimostrare ecco poco sopra i Piani Resinelli che incrocio il primo gruppetto di amici, loro che mi hanno visto muovere i primi passi in montagna che da adolescente mi portavano in giro … ed ora sono qui partecipe di una manifestazione internazionale.
Oltrepassati i Piani Resinelli si inizia ad entrare nel vivo della gara con la salita al Rifugio Rosalba, nel cuore della Grignetta. Che faticaccia, mi sembra di fare più fatica del solito a tenere testa al gruppo. Siamo completamente avvolti dalla nebbia, ma ecco come un miraggio che finalmente si vede spuntare una casetta rosa, il rifugio Rosalba dove ad attenderci c’è il secondo ristoro. Un tè caldo è quello che ci vuole. Inizia ora il tratto più tecnico di tutto il percorso il superamento delle Grignetta attraverso il sentiero Cecilia – cresta Cermenati e discesa per il canalino Federazione.
Incontriamo il primo tratto attrezzato, mi attacco saldamente alle catene.
Continuiamo a procedere avvolti nella nebbia, ma ecco che ad un certo punto sento un gran tifo da stadio per Tonino, si sono loro gli amici del CAI, un buon segno … sono quasi in Grignetta.
Sono ormai sulla Cermenati ed ecco che adesso le urla sono per me, ci sono proprio tutti gli amici del venerdì sera. Grazie, grazie a tutti. Posso solo rivolgervi un pensiero, in questo momento di fiato per parlare c’è né ben poco, posso solo accennare un saluto con la mano.
Vado avanti, anche se la strada è ancora lunga, ma la Grignetta ormai è fatta. Adesso inizia la discesa, il tratto più delicato di tutto il percorso. Ma non c’è da preoccuparsi, il tutto è ben attrezzato con corde supplementari  e segnalato dai membri del soccorso alpino che sono lì presenti ad indicarci il passaggio. Un grosso complimento alla perfetta organizzazione.
Superato il tratto chiave ora giù di corsa, come mai avevo fatto, verso il Buco di Grigna e quindi verso il Rifugio Elisa, il tratto più umido di tutto il percorso dove bisogna anche un po’ “tirare i freni“ per non scivolare !!! Tutto è buono per aggrapparsi: i rami delle piante, i ciuffi d’erba. Mi sento in forma, il ginocchio quest’anno non mi sta giocando brutti scherzi.
Altro ristoro al rifugio Elisa e poi via ancora di corsa su un tratto in saliscendi fino alla base del canalone di Val Cassina.
Iniziamo la salita di questo ripido canalone pieno di massi, incassato nella roccia, un’altra gran fatica lo sforzo è intenso, mi sembra quasi di essere in apnea, ti aggrappi ovunque per salire. Quando trovi una catena ti aggrappi ed a forza arranchi. Usciti dal canalone si comincia ad intravedere il rifugio Bietti, sembra lì, ma in mezzo ci sono alcuni saliscendi …
Infatti iniziamo subito una discesa nel bosco, il sentiero è molto umido, massima attenzione a dove si mettono i piedi, sarebbe un peccato lasciarci una caviglia stupidamente.
Giunto al rifugio Bietti sento il mio nome, è la Giuly, beh se c’è il Recalcati lei non può mancare !!!
Altro ristoro e via ancora di corsa su un tratto in piano corribile, poi ancora salita fino al Rifugio Bogani, prima di affrontare l’ultimo grande sforzo, i seicento metri di dislivello che ci separano dalla vetta del Grignone. Ristoro con il solito tè caldo, un pezzo di banana e poi via ad affrontare quest’ultima faticaccia. In Agosto quando l’avevo provata non mi era sembrata poi così faticosa, nella mia mente era stampata la fotografia del percorso con la vetta del Grignone lì a portata di mano. Oggi la immagino in mezzo alla nebbia. Incroci numerosi escursionisti, chi fa finta di niente, chi ti incoraggia o chi ti saluta come succede normalmente sui sentieri di montagna, ma in questo momento ho altro per la testa che ricambiare il saluto. Continui ad arrancare, un primo incoraggiamento arriva quando sento il segnale orario del mio orologio. Immagino che sia mezzogiorno. Quando faccio gare ho sempre l’orologio al polso, da un lato mi manca qualcosa se non lo metto, ma per contro per un fatto psicologico non guardo mai l’ora, ma in questo caso è di buon auspicio perché penso che ancora mezz’ora sarei arrivato in cima, in anticipo rispetto allo scorso anno.
Non molli un attimo continui a salire, ormai è lì la cima, ecco ancora la Giuly, che mi scatta qualche foto. Arrivano le ultime placche ed anche le ultime catene. Inizialmente mi appoggio solo alla catena, ma alla fine mi aggrappo e mi tiro su di forza, è meno faticoso, sono letteralmente in apnea, non proferisci parola, è troppo faticoso, finisce la salita, hai la forza per correre su quei pochi metri che ti separano dal ristoro.
Guardo l’ora, le 12.33, in anticipi di diciassette minuti rispetto allo scorso anno. Ottimo segno della mia forma.
Sento ancora il mio nome, come mi aspettavo, è lui: il mio amico Giorgio con Mariagrazia.
Grazie a tutti e due, è il più bel ringraziamento che potavate farmi per essere venuto al vostro matrimonio … e che incastro ho dovuto fare per venire per non lasciarmi scappare le tredici cime !!!
Rifornimento idrico e giù in picchiata verso il Pialeral come mai avevo fatto. Mancano quindici chilometri da fare tutti d’un fiato di corsa con ancora qualche salita, la più fastidiosa sicuramente quella di San Calimero.
Gli allenamenti sul Grignone di quest’ultimo anno danno i loro frutti, su questa discesa che mi aveva fatto penare l’anno scorso.
Comincio a sentire anche qualche crampo allo stomaco ed un dolorino alla coscia sinistra, sarà meglio al Pialeral fare rifornimento non solo idrico … ma buttare giù anche qualcosa di solido onde avere qualche spiacevole sorpresa.
Riparti di corsa ci dai dentro fino in fondo, dai tutte le forze che restano, passi il rifugio Riva, l’ultimo dei rifugi e l’ultimo ristoro lungo il percorso, manca poco ormai, è fatta, sembra non finire più, ma sai che ormai sei al termine, arrivo sopra le prima case di Pasturo, oso guardare l’orologio. Però !!! Sono da poco passate le 14.00, che tempo, in anticipo rispetto all’anno scorso la gioia comincia a manifestarsi incontenibile, attraversi le viuzze del paese fino ad arrivare in basso ed ora gli ultimi metri, in salita, tanto per mettere la ciliegina sulla torta e farci soffrire fino all’ultimo !!!
Ecco che ci sono mamma e papà ad aspettarmi, sento anche che viene annunciato il mio arrivo dallo speaker. Ormai dovrei averci fatto il callo ma è sempre emozionate. Sono stanco ma felice della mia prova e soprattutto di avere nettamente migliorato il mio tempo dello scorso anno abbassandolo di quaranta minuti.
Ecco che ci sono anche lì seduti Tonino a Paolo giunti qualche minuto prima di me.
Adesso sarà dura rialzarsi per andare a fare la doccia, dopo questa fatica chi ci muove più !!!

Voglio ringraziare tutti coloro che mi conoscono che ho incontrato lungo il percorso per essere venuti a condividere questa mia fatica, in particolare gli amici del venerdì sera dal CAI Capiago per il caloroso tifo da stadio, il mio amico d’infanzia Giorgio e consorte per avermi aspettato sul Grignone, come ho già detto prima è il più bel ringraziamento per essere venuto al vostro matrimonio.

Alessio Arrigoni

Ultimi metri …

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