[la memoria non m’inganna, no!]…se n’è andato un sarto nella città dove vivo. Non lo vedevo da almeno 25 anni e non so molto di lui. Mi dicono di capacità professionali fuori dal comune e di giochi fanciulleschi sul piazzale del battistero. Io ricordo solo l’immagine di 2 musicassette Basf con la quinta e la nona sinfonia di Beethoven regalate ad un bambino.  Alla fine io non ti conoscevo, però grazie…
One Comment:
Giuseppe Contardi
Se ne andato in cielo in modo silenzioso, cosu00ec come prevalentemente ha vissuto, senza clamore. Era un mio caro amico, era il mio sarto, un signor sarto, un sarto con la S maiuscola. Io lo chiamavo Litrico, come il sarto romano, perchu00e8 tra i vestiti che mi ha fatto c’era un vestito di gabardin con i rever a lancia e con un bottone solo, tipico della sartoria di Litrico e copiato da un catalogo. Quando provavamo il vestito che mi stava confezionando ci si impiegava due ore. Si perchu00e8 la prova vera e propria durava mezz’ora e l’altro tempo era riservato a parlare di calcio, di donne, di politica; gli piaceva parlare con me, ed anche a me piaceva parlare con lui. L’ultima volta ci siamo visti prima di Natale, mi aveva sistemato alcuni vestiti invernali e ci eravamo lasciati dicendo ci vediamo in primavera per adeguare quelli estivi. Purtroppo, ci siamo sentiti, ma non abbiamo avuto modo di vederci. Questo fatto lo sto pagando psicologicamente. Caro Dino ora che sei Lassu00f9 lo sai che ti sono stato amico. Ciao. Pinon