L’intelligenza artificiale (AI) è la scienza che si occupa di creare macchine o computer capaci di riprodurre i processi umani, come l’apprendimento e il processo decisionale. L’AI ha enormi potenzialità e applicazioni in vari settori, dalla medicina all’arte, dalla sicurezza alla comunicazione. Tuttavia, l’AI non è neutra né infallibile: basandosi su dati creati dagli esseri umani, può incorporare (e di fatto incorpora) i pregiudizi radicati nella società, tra cui il sessismo.
Il sessismo nell’AI si manifesta in diversi modi, spesso sottili e difficili da rilevare. Per esempio, alcuni algoritmi di selezione del personale possono discriminare le candidate donne, anche se non prendono in esame il loro sesso, ma si basano su altri fattori correlati, come l’istruzione, l’esperienza o le competenze. Altri esempi sono le applicazioni che generano immagini a partire da testi o viceversa, come Lensa o Dall-E 2. Queste applicazioni possono riprodurre stereotipi razzisti o sessisti, come mostrare le donne asiatiche in pose sessualizzate o nude, o associare certe professioni solo agli uomini.
Questi problemi non sono dovuti solo alla tecnologia in sé, ma anche a chi la crea e la usa. Spesso gli sviluppatori e gli utenti di AI sono uomini bianchi e privilegiati, che non tengono conto delle diverse prospettive e sensibilità delle altre categorie sociali. Inoltre, i dati usati per addestrare le AI sono spesso incompleti, sbilanciati o distorti, riflettendo le discriminazioni e le disuguaglianze già presenti nella nostra società.
Per evitare che l’AI diventi uno strumento di oppressione e ingiustizia, è necessario affrontare il problema del sessismo a vari livelli. Innanzitutto, è importante promuovere una maggiore diversità e inclusione nel campo dell’AI, coinvolgendo più donne e minoranze nella progettazione e nella valutazione delle tecnologie. In secondo luogo, è fondamentale rendere i dati e gli algoritmi più trasparenti e controllabili, sia da parte degli esperti che dei cittadini. Infine, è essenziale educare gli utenti a un uso critico e responsabile dell’AI, sensibilizzandoli sui rischi e sui benefici che comporta.
L’AI può essere una grande opportunità per il progresso e il benessere dell’umanità, ma solo se rispetta i diritti e la dignità di tutte le persone. Il sessismo nell’AI non è inevitabile né irrisolvibile: dipende da noi renderla più equa ed etica.
Testo generato con Bing e OpenaAI. Immagini create con Midjourney