Certo, la notizia di per sè potrebbe essere davvero interessante e darebbe adito a molteplici interpretazioni. Chi si schiera a favore di Firefox, pensando che sia tutta una montatura ideata a Redmond, contrapposto a chi non vedeva l’ora di risollevarsi dopo anni di turpiloqui ed accuse nei confronti di Microsoft. Quello che però mi pare significativo è in realtà un altro aspetto: ma chi se ne batte!!! Leggendo i commenti a questo articolo resto basito all’idea di quanti geek e nerd esistano al mondo. Ma non avete altro da fare che insultarvi per queste demenzialità ? Grazie mamma per non avermi fatto così sfigato!
Firefox è il browser più vulnerabile, seguito a ruota da Safari
“Una recente ricerca mette in evidenza come, nonostante molti stereotipi, sia Mozilla Firefox il browser più vulnerabile agli attacchiâ€
Quante volte, mettendo le mani su un nuovo PC, ci siamo trovati a installare immediatamente un nuovo browser alternativo ad Internet Explorer? Personalmente, spesso e volentieri. Il motivo di tale ragione è sicuramente da ricercarsi non tanto nella poca fiducia che si ripone verso il browser sviluppato da Microsoft, quanto per il suo grado di diffusione che ne fa, indirettamente, il bersaglio preferito di molti malintenzionati.
A sopresa, mia e di molti altri, una recente ricerca pubblicata da Cenzic e disponibile nella versione completa a questo indirizzo, segnala come sia Firefox il browser più vulnerabile agli attacchi web, seguito a ruota da Safari. Cenzic è una società specializzata nello sviluppo di software e prodotti per la protezione dei siti web da attacchi hacker.
Analizzando sommariamente la ricerca condotta dalla società Firefox è risultato infatti vulnerabile ben al 44% dei 3100 exploit tracciati dai ricecatori, mentre Internet Explorer ha fatto segnare un ben più contenuto 15%. Safari si assesta attorno ad un pericoloso 35% mentre Opera risulta il meno vulnerabile fermandosi al 6%. Manca nell’elenco dei browser Chrome.
Dei tipi di attacchi analizzati i più efficaci si sono dimostrati i cosiddetti SQL injections, che rappresentano circa un 25% del totale, mentre cross-site scripting, phishing e webserver malevoli si assestano rispettivamente sul 17%, 14% e 12%.