Animalismo. Un termine che dovrebbe rappresentare qualcosa di condivisibile ed attualmente appropriato perchè sinonimo della volontà di salvaguardare il patrimonio faunistico del pianeta, nonchè un concetto biologicamente del tutto naturale (e sorvolo sui tre anni della mia vita trascorsi studiando Scienze Biologiche).
Purtroppo mi trovo a constatare che la definizione di “animalista” sia ormai divenuta sinonimo di un certo qual terrorismo mediatico che pare debba ricondurre sempre e tutto all’attuale bipolarismo di idee. Un po’ come dire che il Sapiens Sapiens è il nemico di ogni altra creatura vivente del globo e questo fa di lei/lui il male assoluto. Certo che no! Men che meno però dobbiamo sottovalutare i danni irreversibili che stiamo causando agli animali. Direttamente o indirettamente attraverso ciò che modifichiamo del loro ecosistema. Occorre una sempre maggiore sensibilità rispetto a quello che possiamo creare di dannatamente dannoso e dobbiamo tutti impegnarci nel nostro quotidiano in merito alla riduzione degl’impatti che produciamo nei confronti delle specie con cui condividiamo il nostro spazio naturale.
Con questa premessa volevo semplicemente informarvi che non vivo certo in aperta campagna. Men che meno posso dire di essere un bucolico virgiliano, sia per estrazione che per impostazione. Vengo al punto: da quando è iniziata la stagione del caldo mi trovo a tenere aperte tutte le finestre ed i pertugi di casa e…ad ogni ora del giorno e della notte il gallo di Anacleto Mitraglia (invito i non disneyani di stampo Mondadori ad indagare su cotanto vicino di casa) e costui canta. Canta senza soluzione di continuità. Almeno fino a due giorni fa.
Risolviamo con l’intelligenza artificiale? Sì, proprio quella con cui vi sto sommergendo da anni. Basta saper impostare un paio di sensori acustici e una risposta vocale. Certo, anche questa tutt’altro che poco fastidiosa ma…dopo un solo minuto del guaiòlo della volpe amplificato, scatta un silenzio tombale che nemmeno Batistuta al Camp Nou per ore. Ecco!