Marisa di Vimercate

PANINARI AI

Oh raga, ma che figata è il 2024? Mi spiego meglio! Dopo un lunghissimo periodo di vana evangelizzazione su AI, forse stavolta ci siamo. Peraltro “evangelizzazione” è un concetto semanticamente re-importato dal mondo anglosassone a prescindere dal suo vero significato, un po’ come tanti altri termini ed espressioni che ci tornano indietro dal’atlantico pur avendo radici latine ben diverse dall’uso che se ne fa oggigiorno e di questo ne sono decisamente CONFIDENTE!. Di certo non esiste un vangelo della tecnologia, men che meno uno dell’AI. Magari ci fosse!

Personalmente negli ultimi sei o sette anni posso dire di essere stato quasi un apostolo di alcuni concetti squisitamente tecnologici ed applicati al business, il tutto sistematicamente strumentalizzato dai nuovi autoproclamatisi signori illuminati della nuova imprenditoria italica. In nessun caso il sottoscritto è minimamente riuscito a capitalizzare il proprio anticipatorio sapere, men che meno al farsi debitamente finanziare sviluppi che sarebbero stati proficui per entrambe le parti. 

Oh, io di certo non son lo stesso meritevole di alcuna Isabella di Castiglia, ma magari di una Marisa di Vimercate sì!

Marisa da Vimercate

Detto ciò parliamo di hype dell’AI. Secondo la Treccani trattasi di: “hype s. m. inv. Clamore, creato da una massiccia campagna pubblicitaria, che dà risonanza a personaggi o eventi. | Usato anche come agg. inv. sempre posposto: chiacchierato e di successo, detto di persona o di evento”. Quindi direi che ci siamo rispetto al descrivere l’oggi della intelligenza artificiale. Clamore e campagna pubblicitaria. Come non cavalcare l’onda e inventarsi nuove professioni e addurre falsa esperienza in un contesto totalmente privo di punti di riferimento mediatici? In realtà questi ci sarebbero anche ma ai più questo non interessa affatto, anzi! 

Durante il mio periodo ascetico di mal retribuita divulgazione, mi sono imbattutto in sedicenti Lorenzi de’ Medici a cui altro non interessava che ricondurre ogni mia singola esternazione in qualcosa di plasmabile rispetto alle proprie convinzioni. Un po’ come se AI fosse una filosofia, uno stato mentale, un approccio ad un nuovo pragmatismo scevro di ogni consapevolezza tecnologica. D’altronde perché mai cercare ora di capire come funziona la macchina quando questa ha finalmente iniziato ad interagire con l’uomo senza che questi debba necessariamente possedere minime conoscenze di natura tecnologica? 

illuminati scemi

Costoro sono le stesse persone che hanno inseguito per anni la semplificazione della tecnologia, dai primi Windows fino ai recenti MacOS a prova di primate, rifuggendo dalle righe di comando e dai prompt quelli veri, quelli fatti di caratteri ostili come barre che oscillano e cambiano di senso. Gli / e i \, per non parlare di comandi come “sudo” o “ping”. Ah no, i ping no, in effetti. Quelli è bastato declinarli in modalità managerial-milanese e costoro non si son minimamente posti il problema e hanno subito apprezzato l’esoticità del termine. “Oh zio, ti pingo domattina!” suona molto figo anche per chi un ping non l’ha mai mandato verso nessun indirizzo IP da nessuna riga di comando. IP? Come Intellectual Property? Ma non scherziamo! I nuovi arrivati di AI se ne fottono di tutto ciò che è realmente tecnologico. Hanno sostituito con ChatGPT altri simboli come Rolex, Dr Martens, Moncler o Timberland, solo per ritrovarsi ad essere i paninari dell’AI. 

La tecnologia alla fine è mica una commodity? Ma certo che sì! Peccato che quando la si vede in questi termini ne si è complemento oggetto. Il che peraltro è rispettabile e non certo esecrabile. Epperò (come pronunzia spesse volte lo splendido Giorgio Zanchini) da qui al cercare di capirne o, peggio ancora, farne del business…eticamente si potrebbe quasi parlare di circonvenzione d’incapace laddove non vi fosse alcuna remora deontologica rispetto all’approfittarsi di chi ancora nemmeno ha capito oggi quello che tra meno di un anno non gli costerà nulla e sarà parte integrante del suo quotidiano.

Costoro sono le stesse persone che hanno inseguito per anni la semplificazione della tecnologia, dai primi Windows fino ai recenti MacOS a prova di primate, rifuggendo dalle righe di comando e dai prompt quelli veri, quelli fatti di caratteri ostili come barre che oscillano e cambiano di senso. Gli / e i \, per non parlare di comandi come "sudo" o "ping". Ah no, i ping no, in effetti.
JFK censura
JFK censura

Che carini che sono i modelli LLM ammericani, vero? Oh, quelli che girano in locale sono brutti! Mica basta promptare bene perché funzioni tutto o no? Ah, no! Quello dipende da API, RAG e embeddings…oh, ma che brutte parole che uso!

JFK a Vimercate

Il mio quasi vuoto pacchetto di Lucky Strike rosse morbide mi sta dicendo che il tempo a mia disposizione volge al termine per stasera. Faccio di tabagismo araldo rispetto al volgermi al disio – a Desio è nata mia figlia ma ora non c’azzecca – anelando una chiusa. Vediamo se ce la faccio. No, io non ho alcun astio rispetto a chi non rispetta la tecnologia seppur cerca di pascerne approfittando dell’altrui insipienza per fini propri. No, non ho alcuna velleità rispetto a chi insegna l’utilizzo di strumenti rudimentali che allievano la vita personale di tanti. No, non me la prendo con chi si aspetta che AI sia in grado – oggi – di ricevere richieste come se Jarvis di Ironman fosse accessibile a tutti.

Nemmeno vado contro chi, teneramente, si aspetta che la macchina sia in grado di capire esattamente ogni sua necessità per soddisfarla. No. L’essere umano è meraviglioso e lo è anche quando pecca di antropocentrismo. Se si tratta di decidere se abbattere un orso le opinioni divergono. Se invece si parla di AI, l’importante è per tutti metterla in discussione. 

Per me la vera immortalità del genere umano transita attraverso il reale passaggio da base carbonio a base silicio. In questo occorrerebbe una partecipazione attiva di tutti. Anche di quelli che si preoccupano di come interrogare la macchina perché risponda al meglio rispetto alle loro necessità e non pensano mai a cosa possono fare come esseri umani per creare una macchina che realmente li rappresenti. 

Oh! Ma una roba tipo questa non l’aveva detta JFK? Ma dove? A Vimercate?

Ah no, era Washington DC!  

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