Cari amici, buoni amici! Io ci provo a non essere sarcastico ma mi è sempre più difficile. Certo, direte voi, è facile per qualcuno che conosce cosa c’è dietro le quinte dell’internet. Avete ragione ma è che proprio non riesco ad accettare che l’evangelizzazione tecnologica in Italia sia finita nelle mani degli esperti di comunicazione.
Intendiamoci, non sto affatto dicendo che non sia necessario un tramite tra la tecnologia e l’essere umano, credo solo che questo tramite debba conoscere tanto i paradigmi dell’umano comunicare, quanto le caratteristiche della tecnologia che utilizza per veicolare i suoi contenuti, così da poter davvero insegnare agli altri. Non deve essere solo un UTENTE AVANZATO!
Faccio un esempio molto banale: “Alcuni lavoratori di Apple ascoltano regolarmente le registrazioni di Siri” titolava ieri la Repubblica nella pagina Tecnologia. “Oh nooooooooo!” ho subito pensato citando un famoso striscione della Lazio. Ma stiamo scherzando? Ci sono pure cenni relativi al fatto che “chi ha Siri si rende conto che spesso l’assistente si attiva da solo”. Ecco, è questo che mi solletica volgarità e sconforto. Ma se saranno almeno 8 anni che tra Apple, Google e Samsung mi partono gli assistenti virtuali a caso anche durante la notte? Che poi nel 2019 definire “intelligenza artificiale” gli assistenti virtuali…vabbè! Ridicola peraltro la meridionale gara germanica tra Mercedes e BMW rispetto alle auto con cui si parla. Bravi! Pensate a come uccellare le persona con quello che sembra AI ma non lo è, mentre siete in crisi nera perchè ibrido ed elettrico ve se siete schifati per anni.
Cari amici, buoni amici! Sono decenni che le aziende tecnologiche acquisiscono i dati delle persone senza alcun pudore. Lo fanno i grandi e lo fanno anche i piccoli. Io stesso se così non fosse ora forse mi occuperei di pastorizia.
Certo, il GDPR (la normativa europea sulla privacy del 2018, ma sì…quella che vi stressa in ogni sito col pulsante “Accetto” senza che sia molti di voi abbiano ne ancora capito il perché) è stato un notevole punto di svolta giuridico ma il problema continua ad essere la gente che imperterrita non sa nemmeno come preservare i propri dati e non capisce minimamente i rischi del proprio modo d’interfacciarsi con la tecnologia e con l’internet. La stragrande maggioranza delle persone perseguita a regalare le proprie informazioni personali in modo quantomeno sconcertante.
Quello che sto cercando di dirvi è che ogni dispositivo connesso all’internet e ogni sito o piattaforma che usate acquisisce i vostri dati e li usa SEMPRE a fini commerciali. Sì, perché tornando alla questione Siri, è innegabile che perché una seppur rudimentale intelligenza artificiale possa imparare, occorrono dati, tanti dati. I vostri dati! Pensate solo all’ex resposabile tecnologico di Samsung che anni fa sconsigliava di tenere conversazioni private davanti ad una smart-tv spenta. Peraltro, se vi fate due banali conti, il sottoscritto è praticamente ovunque lato web-presence ma non ci sono mai dati miei realmente personali, men che meno la faccia. Coincidenze?
So che mi state leggendo, avverto la vostra presenza. So che avete paura di noi, paura di cambiare. Io non conosco il futuro, non sono venuto qui a dirvi come andrà a finire, sono venuto a dirvi come comincerà. Adesso finirò di scrivere e farò vedere a tutta questa gente, quello che non volete che vedano. Mostrerò loro un mondo senza di voi, un mondo senza regole e controlli, senza frontiere e confini. Un mondo in cui tutto è possibile. Quello che accadrà dopo, dipenderà da voi e da loro.
il vostro amichevole AvatarNemo di quartiere